Dopo il grave attacco subito dalla regione Lazio, che ha anche fermato il programma di vaccinazione dell’ente, in Europa si sta diffondendo sempre di più la consapevolezza che i rischi informatici sono più concreti, e potenzialmente lesivi, di quanto la maggior parte non solo dei media ma anche degli addetti ai lavori ritenga possibile.
Ad esempio, in Olanda i manager di tre aziende di sicurezza informatica (Eye, Hunt & Hackett e Northwave) hanno chiesto un intervento urgente del governo: i dati da esposti evidenziano come meno del 5% delle PMI olandesi abbia un’assicurazione informatica, mentre tutte le piccole e medie aziende hanno un’assicurazione contro gli incendi (anche per obbligo di legge). Tuttavia, la possibilità di incendio è molto più remota di quella di essere bersaglio di un attacco hacker. I tre player della sicurezza informatica hanno anche affermato che non sono più in grado di soddisfare ulteriori richieste, e che si trovano nella situazione di dover rifiutare incarichi, una situazione che rivela quanto ormai il problema della tutela dei dati sia (finalmente) percepito come necessario da aziende e soggetti privati.
Per cercare di arginare il fenomeno, la polizia olandese ha lanciato la piattaforma “No more ransom“, che contiene i codici di decrittazione per alcuni dei malware più diffusi, a disposizione di tutti gli utenti.
Anche nel nostro paese la sicurezza informatica deve fare decisi passi avanti, sia con l’adozione di misure in grado di contenere gli effetti degli attacchi, sia adottano piani e processi che riducano le possibilità per ransomware e altri virus informatici di violare il perimetro di sicurezza aziendale.
Infatti, una volta entrato nel sistema, il ransomware cripta i file nel sistema e l’autore dell’attacco può chiedere un riscatto (ransom) per sbloccarli.
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