In questi giorni, complice anche la riapertura delle scuole, il lavoro nelle aziende sta ripartendo a pieno regime dopo la pausa estiva. Ma ormai il cambiamento globale che ha condotto allo smart working ha trasformato il nostro modo di vivere e lavorare, implicando dei cambiamenti che nel futuro non potranno essere trascurati.
È quanto emerge dalla ricerca condotta da OKTA, fornitore internazionale di servizi di gestione sicura e accessi in cloud, circa le aspettative dei lavoratori sulla propria attività, per meglio comprendere le problematiche principali derivanti dall’attuale modalità lavorativa ed esplorare la prospettiva del futuro del lavoro da un punto di vista economico, professionale e culturale.
I risultati sono stati interessanti, frutto di circa 10.000 soggetti coinvolti (poco più di 1000 italiani):
– Solo il 22% degli intervistati italiani preferirebbe tornare in ufficio a tempo pieno, mentre la modalità di lavoro preferita è il lavoro ibrido, quindi un mix tra smart working e lavoro in presenza, scelto dal 42% degli intervistati.
– Le nuove modalità di lavoro ibrido incentiverebbero il 53% dei lavoratori tra 16-34 anni a trasferirsi per lavoro o accettare una destinazione diversa da quella attuale, mentre solo il 18% dei lavoratori sopra i 55 anni sarebbe disponibile al trasferimento.
– Sempre per la fascia di età 16-34 anni il lavoro potrebbe essere asincrono, ovvero non legato ad un orario fisso e con possibilità di decidere quando, dove e con quali strumenti lavorare. La conferma di questa tendenza arriva anche da ricerche condotte sugli annunci di lavoro: le posizioni che prevedono orari aperti, o in ogni caso lasciano la possibilità di organizzare il proprio tempo lavorativo, vedono circa il 30% di candidature in più rispetto agli annunci che propongono orari di lavoro tradizionali. Da questi dati (è possibile anche richiedere il report di OKTA), come anche da altri contenuti nella ricerca, emerge quindi una fotografia delle aspettative sul lavoro radicalmente modificate con la pandemia, aspettative che pongono nuove sfide per le aziende.
In primo luogo, il nuovo obiettivo per gli imprenditori sembra essersi spostato dal gestire un team che lavora da remoto, al costruire una esperienza lavorativa incentrata sulla soddisfazione dei propri impiegati.
In secondo luogo, per rispondere alla sfida e permettere alle persone di lavorare in forma ibrida occorre fare dei significativi passi avanti sul fronte della sicurezza e della consapevolezza informatica. Ad oggi, per citare un solo esempio, solo il 28% degli intervistati italiani ha a disposizione l’autenticazione multi-fattore e i dati biometrici per accedere agli ambienti di lavoro virtuali.
Questi ambienti, inoltre, non sono in molti casi delle soluzioni digitali che fanno parte di un ecosistema, ma semplici cartelle di lavoro che devono essere aggiornate manualmente.
Anche se la cultura della sicurezza sta progredendo e la trasformazione digitale stanno evolvendosi, è necessario continuare sul percorso intrapreso, sia per assecondare le esigenze di mercato, sia per rispondere alle esigenze dei lavoratori stessi e non rimanere quindi attardati nella corsa al talento.
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