Per molti anni, il mondo digitale tridimensionale immersivo è stato lasciato all’esperienza cinematografica. Tuttavia, l’emergere del metaverso offre l’opportunità di tradurre le attività quotidiane in un universo digitale parallelo, ma la sua esistenza ha generato una complessiva preoccupazione riguardante l’uso e consumo dei dati e la gestione della propria privacy in una nuova dimensione virtuale. Spiegando in breve si cosa si tratta quando parliamo di metaverso, non è altro che un mondo artificiale, che si basa su più tecnologie come realtà virtuale, blockchain, intelligenza artificiale, ecc. Essenzialmente, non esiste più un’unica dimensione – conosciuta come “mondo reale” – ma si sta evolvendo una nuova era del virtuale, grazie a Horizon, Decentraland, Sandbox e Upland, ossia metaversi in continuo aumento.
I metaversi possono essere decentralizzati o centralizzati: si parla di decentralizzazione quando gli utenti governano il metaverso, mentre se questo viene gestito da una o più autorità, allora si parla di dimensioni che vengono considerate centralizzate.
Di fatto, essendo una vera e propria realtà virtuale, gli utenti possono compiere una varietà quasi infinità di attività e azioni: si tratta di fattori che inevitabilmente comportano la creazione di una personalità digitale, considerata alla stregua di un effettivo “dato personale”. Ciò che viene realizzato nel metaverso non è reale, pertanto, per sperimentare nuove realtà è necessaria la creazione di un avatar, il quale può riflettere qualsiasi aspetto digitale scelto dall’utente, da cui prende forma la personalità digitale, che può consentire di identificare una personalità reale o meno. Indubbiamente, se una personalità digitale rende identificabile un soggetto nel mondo reale, i dati che corrispondono al metaverso sono da considerarsi dati personali (è capitato che alcune personalità digitali ad esempio, in caso di eventi ufficiali pienamente realizzati virtualmente, debbano essere verificate in circostanze specifiche).
Nella sua forma attuale, Internet si basa sulla raccolta di elevate quantità di dati e, a tal proposito, molti ricercatori del settore stanno iniziando a chiedersi se il metaverso sarà diverso. L’infrastruttura alla base del metaverso si baserà su risme di dati che mostrano come gli utenti interagiscono con l’ambiente circostante in mondi immaginari, luoghi di lavoro digitali, appuntamenti virtuali (ha affermato Kavya Pearlman, fondatore della XR Safety Initiative), pertanto, in breve, il metaverso è passato da un semplice concetto “ideale” ad una realtà incombente finalizzata alle interazioni sociali tra gli utenti (malgrado sia ugualmente diventato motivo di speculazione e preoccupazione).
I problemi di privacy e sicurezza hanno fatto parte del metaverso da quando Facebook ha introdotto una nuova e solida infrastruttura di sicurezza informatica ed alcuni dei possibili modi in cui il il nuovo universo digitale potrebbe influire sulla privacy dei dati degli utenti sono i seguenti:
· Aumento degli attacchi di phishing, in particolare dopo l’emergere del phishing-as-a-service.
· Vulnerabilità dei dispositivi AR/VR che potrebbero diventare la porta di accesso alle invasioni di malware e alle violazioni dei dati.
· Assenza di documentazione legale a protezione dell’identità dell’utente
· Raccolta di informazioni da parte degli inserzionisti, tramite avatar che raccolgono dati personali.
Saranno raccolte tonnellate di informazioni personali, compresi dati biometrici, informazioni sulla salute, preferenze e altro ancora. La privacy e la sicurezza dei dati sono da tempo motivo di preoccupazione e a causa dell’aumento degli attacchi informatici in tutto il mondo, da anni ed anni a questa parte. In questo scenario, l’emergere del metaverso, sebbene sia una rivoluzione tecnologica, potrebbe anche rappresentare un pericolo per la privacy dei dati, pertanto, qualsiasi gestione organizzativa dovrebbe avere politiche di privacy e sicurezza dei dati abbastanza severe grazie alle quali gli utenti potrebbero avere sotto controllo la mole di informazioni personali che sono, essi stessi, disposti a condividere.
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