Google ha posticipato la sospensione dei cookie di terze parti su Chrome, offrendo a editori, sviluppatori e inserzionisti più possibilità di innovare per un ecosistema digitale anti-tracciamento incentrato sulla privacy.
Recentemente è stata diffusa la notizia che Google Chrome sta ritardando ancora una volta la scadenza per il ritiro dei cookie di terze parti. Il gigante della tecnologia ora prevede di eliminare gradualmente i cookie nella seconda metà del 2024.
Anthony Chavez, vicepresidente di Chrome per la privacy di Google, ha annunciato lo sviluppo di nuove soluzioni incentrate sulla privacy dei dati che soddisfano le esigenze di sviluppatori, inserzionisti, editori, consumatori e autorità di regolamentazione.
La cancellazione dei cookie da parte di Google è stata un argomento di conversazione tra inserzionisti e agenzie allo stesso modo, date le potenziali implicazioni che potrebbe avere sulle entrate di un’azienda. Il rapporto di Lotame dello scorso anno, dal titolo “Beyond the Cookie” ha rilevato che il 57% dei marketer prevede che il ritiro dei cookie di terze parti riduca le opportunità di targeting degli annunci, con il 66% che si aspetta un calo delle entrate dal 10% al 25%. Sul fronte degli editori, il 57% di loro prevede di dover ridurre la propria forza lavoro a causa della perdita di entrate causata dal ritiro dei cookie di terze parti.
Prima della fine del cookie, Chrome prevede di estendere le tempistiche di test per le sue API Privacy Sandbox. Mentre gli sviluppatori web hanno già accesso a queste API, Chavez afferma che Chrome lancerà prove di Privacy Sandbox a “milioni di utenti in tutto il mondo” a partire dal prossimo mese, con piani per espandere i test durante quest’anno e nel 2023. Sulla base del feedback degli utenti, il titano della tecnologia itererà ulteriormente con l’obiettivo di lanciare soluzioni incentrate sulla privacy a lungo termine nel prossimo futuro. Oltretutto, Chavez ha proseguito affermando che l’estensione della sequenza temporale della deprecazione gela con l’accordo di Google con la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito per sviluppare una tecnologia efficace per la tutela della privacy e dare, a questo settore, settore più tempo per adattarsi ai cambiamenti.
Google, inoltre, aveva originariamente annunciato che si unirà ai browser Web Safari e Firefox, che bloccano i cookie di terze parti per impostazione predefinita, bloccando i cookie di terze parti nel suo browser Web Chrome all’inizio del 2020. I cookie di terze parti sono “piccoli file” crittografati che tracciano il movimento dell’utente del sito Web da un sito Web all’altro, raccolgono i dati dell’utente e creano il profilo dell’utente per effettuare analisi, fornendo dati per piattaforme di marketing e integrazione con i social media. I cookie vengono memorizzati dal browser dell’utente ed il problema consiste nel fatto che i cookie di terze parti raccolgono dati personali, come indirizzi IP, dettagli sui dispositivi, e-mail, indirizzi, informazioni private su salute, sessualità, famiglia, convinzioni religiose e molto altro.
Se combinati, questi dati potrebbero essere utilizzati per creare un profilo utente molto dettagliato e persino per prevedere il comportamento degli utenti. I problemi di privacy degli utenti hanno portato alla creazione di leggi sulla privacy digitale in tutto il mondo e secondo la maggior parte delle leggi sulla privacy, gli utenti devono fornire il consenso ai cookie per raccogliere e trattare i propri dati personali.
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