Recentemente si è svolto l’incontro in videoconferenza tra il Garante della Privacy e OpenAI: la società, pur ribadendo di essere convinta di rispettare le norme in materia di protezione dei dati personali, ha tuttavia confermato la propria disponibilità a collaborare con l’Autorità italiana con l’obiettivo di pervenire a una soluzione positiva delle criticità individuate dal Garante in merito a ChatGpt. Oltre a migliorare la trasparenza dell’uso dei dati personali, OpenAI rafforzerà anche il meccanismo per l’esercizio dei diritti degli interessati e le misure di protezione dei minori, impegnandosi inoltre ad aumentare la trasparenza su come vengono utilizzati i dati personali ed esprimendo la volontà di collaborare con l’Agenzia italiana per la protezione dei dati per risolvere le sue preoccupazioni sulla sicurezza dei dati. preoccupazione. Il Garante si riserva, comunque, di valutare i provvedimenti proposti dalla società, anche con riguardo al provvedimento adottato nei confronti di OpenAI.
Poco tempo fa, il garante della privacy italiano ha dichiarato di aver bloccato il controverso robot ChatGPT, affermando che l’app di intelligenza artificiale non rispettava i dati degli utenti e non poteva verificare l’età degli utenti: la decisione “con effetto immediato” comporterà “la limitazione temporanea del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI”, ha affermato il Garante per la protezione dei dati personali. Era stato posto un freno a ChatGPT finché non avresse rispettato la tutela e la disciplina relativa alla privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma. ChatGPT, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento. Nel provvedimento, il Garante privacy rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma.
In data 6 aprile 2023 si è dunque svolta una videoconferenza per fare chiarezza, alla quale hanno preso parte il CEO di OpenAI Sam Altman, Che ChangDeputy General Counsel della società statunitense, Anna MakanjuHead of Public Policy e Ashley Pantuliano Associate General Counsel, confrontandosi con il Collegio del Garante (Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni , Agostino Ghiglia, Guido Scorza). La società americana ha ribadito di voler rispettare il GDPR, ma ha aperto alla risoluzione delle criticità individuate dal Garante. Dal canto suo, il Garante per la privacy ha sottolineato di non voler porre un freno allo sviluppo dell’IA stessa. Ribadisce piuttosto l’importanza del rispetto delle normative vigenti in Italia e in Europa. Nel corso dell’incontro, OpenAI ha promesso di incrementare la trasparenza nell’uso dei dati personali. Inoltre rinvigorirà i controlli e le tutele per i minori. Il Garante valuterà i provvedimenti adottati e deciderà se superano il vaglio di legge. OpenAI ha altresì spiegato che: “Non utilizzano i dati per vendere i servizi, pubblicità o profilare le persone. Invece, li usano per rendere i loro modelli più utili. ChatGpt, ad esempio, migliora con le conversazioni che ha di volta in volta con gli utenti”.
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