L’euro digitale si sta avvicinando rapidamente, con le previsioni e gli obiettivi della BCE che indicano il 2026 come l’anno in cui diventerà la moneta virtuale ufficiale dell’Eurozona. In sostanza, rappresenterà l’equivalente elettronico della moneta e delle banconote fisiche attuali. Dopo aver completato la fase istruttoria iniziata a ottobre 2021, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha approvato il passaggio alla fase successiva del progetto sull’euro digitale, la fase di preparazione, a partire dal primo novembre. L’obiettivo rimane quello di unire i benefici della moneta della banca centrale con le modalità di pagamento e l’utilizzo della moneta da parte dei cittadini attuali, introducendo così l’euro digitale come forma di moneta pubblica elettronica accanto al contante.
La direttrice dell’osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano, Valeria Portale, ha spiegato che la Bce entrerà in una fase operativa più concreta, progettando dettagliatamente come funzionerà l’euro digitale insieme agli attori di mercato. Si prevede che ci vorranno due o tre anni per sviluppare le tecnologie necessarie, con la possibilità di vedere concretamente l’euro digitale nei portafogli virtuali intorno al 2026. L’euro digitale sarà emesso direttamente dalla Banca centrale europea e coesisterà con la forma fisica della valuta. Attualmente, l’euro esiste solo sotto forma fisica, mentre le banche offrono modalità per i pagamenti digitali. Con l’euro digitale, la Bce emetterà direttamente valuta digitale distribuita ai cittadini europei, consentendo loro di detenere una quantità massima di tremila euro digitali nei loro portafogli virtuali. La Bce mira a diversificare le opzioni di pagamento senza sostituire completamente le forme di pagamento esistenti.
L’euro digitale potrebbe portare vantaggi quali una maggiore praticità nei pagamenti digitali, la conservazione della privacy (un aspetto importante dell’uso del contante) e potenzialmente la programmabilità per agevolare trasferimenti specifici, come il pagamento automatico delle tasse o l’invio di bonus governativi. La fase attuale di preparazione si propone di delineare operativamente il funzionamento dell’euro digitale, e sarà importante monitorare come evolverà il progetto nei prossimi anni. Il futuro euro digitale rappresenta un cambiamento epocale e le raccomandazioni dell’EDPB e dell’EDPS sono cruciali per assicurare che questo strumento diventi una valuta digitale sicura e rispettosa della privacy degli utenti.
Dunque, la proposta di Regolamento include disposizioni per garantire un equilibrio adeguato anche per quanto riguarda le norme anti-riciclaggio (AML) applicabili ai pagamenti elettronici, consentendo la tracciabilità delle transazioni di denaro delle banche commerciali. In sintesi, l’EDPB e l’EDPS raccomandano l’estensione del regime specifico, applicabile alla modalità offline, anche alle transazioni online di basso valore. Questo implica l’implementazione di una soglia al di sotto della quale le transazioni non verrebbero tracciate per fini AML, preservando al contempo la privacy, attraverso una valutazione del rischio che consideri sia le minacce AML che i rischi per la protezione dei dati. Infine, si auspica che queste raccomandazioni non rimangano un progetto ambizioso non attuato o uno strumento residuale poco diffuso a causa della mancanza di fiducia degli utenti, ma piuttosto che siano un segno tangibile di un’Europa in evoluzione e all’avanguardia nei tempi attuali caratterizzati dall’iper-innovazione.
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