Le intelligenze artificiali si stanno evolvendo, diventando una presenza sempre più costante e sofisticata in molti ambiti della vita quotidiana, e il settore sanitario non fa eccezione. Le soluzioni offerte dal mercato, sempre più avanzate, consentono l’automazione di numerose attività analitiche e ripetitive, migliorando l’efficienza e la precisione dei processi: accanto alle opportunità emergono anche rischi concreti, soprattutto in relazione alla tutela dei diritti fondamentali delle persone. Gli esperti sottolineano come lo sviluppo incontrollato di questi sistemi, privo di adeguati presìdi normativi, possa facilmente portare a gravi violazioni della privacy.
Al fine di poter prevenire questi scenari, l’Unione Europea ha introdotto un nuovo strumento legislativo pensato per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale: il Regolamento 2024/1689, noto come “AI Act”: tale normativa segue un approccio basato sul rischio e si ispira alla struttura del già noto Regolamento generale sulla protezione dei dati. In particolare, classifica i sistemi di intelligenza artificiale in quattro categorie, a seconda del livello di pericolosità che possono rappresentare per i diritti e le libertà delle persone. Sono considerati inaccettabili e quindi vietati i sistemi che pongono rischi particolarmente gravi, mentre quelli ad alto rischio, come nel caso dell’utilizzo dell’IA per trattare dati sensibili in ambito sanitario, sono soggetti a specifici requisiti di conformità, e, si trovano altresì, i sistemi a rischio limitato e quelli a rischio minimo, che godono di un regime normativo più leggero.
In linea con questa cornice regolatoria europea, anche l’Italia ha avviato un percorso di adeguamento, in particolare con l’intervento dell’AgID – Agenzia per l’Italia Digitale. L’AgID ha infatti emanato delle linee guida per l’impiego dell’intelligenza artificiale nella sanità pubblica, puntando a garantire l’affidabilità, la trasparenza e il rispetto della privacy nei processi decisionali automatizzati che coinvolgono i dati sanitari dei cittadini. Tali indicazioni quindi vogliono rappresentare un punto di riferimento per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, affinché l’adozione delle tecnologie intelligenti sia sempre accompagnata da solide garanzie etiche e giuridiche, nel rispetto dei diritti delle persone e della sensibilità dei dati trattati.
In definitiva, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nel sistema sanitario italiano apre scenari di grande trasformazione, con ricadute positive su più livelli: l’uso di tecnologie avanzate come i sistemi di supporto alla diagnosi assistita permette ai professionisti della salute di ottenere risultati più rapidi e accurati, migliorando la qualità dell’assistenza e riducendo al contempo gli errori clinici. L’elaborazione di grandi quantità di dati sanitari tramite algoritmi intelligenti consente inoltre di individuare correlazioni utili allo sviluppo di percorsi terapeutici personalizzati, più vicini alle esigenze individuali dei pazienti.
Infine, sotto il profilo gestionale e organizzativo, è noto il fatto che l’IA rappresenti ad oggi una risorsa preziosa per snellire procedure burocratiche e ottimizzare l’impiego delle risorse umane, favorendo un approccio più centrato sulla persona. In ambito epidemiologico, poi, la capacità dell’intelligenza artificiale di analizzare in tempo reale dati eterogenei offre uno strumento potente per il monitoraggio e il contenimento delle emergenze sanitarie, pertanto, le Linee Guida AgID riconoscono questi vantaggi ma richiamano la necessità di integrare l’innovazione tecnologica entro limiti giuridici precisi, per garantire un utilizzo responsabile e conforme.
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