È stata confermata l’approvazione della relazione del Parlamento europeo sulla proposta di Regolamento per pianificare un quadro normativo relativo all’intelligenza artificiale nell’Unione Europea. L’11 maggio, a Bruxelles, gli eurodeputati delle due commissioni responsabili sono riunti in sessione congiunta per dare il primo via libera alla posizione del Parlamento Ue all’Artificial Intelligence Act, il Regolamento proposto dalla Commissione Ue nell’aprile del 2021 per fissare un quadro normativo che acceleri lo sviluppo tecnologico. Si sono registrati 87 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti nel corso della riunione congiunta delle commissioni per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) e per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe).
Il fine ultimo era quello di poter assicurare il progresso – entro la fine della legislatura – alla prima legislazione al mondo a livello orizzontale e di ampio respiro sull’intelligenza artificiale ed il passo successivo è l’adozione in plenaria: il 14 giugno risulta la data provvisoria. Dopo che gli eurodeputati avranno formalizzato la loro posizione, la proposta entrerà nell’ultima fase del processo legislativo, dando il via ai negoziati con il Consiglio e la Commissione dell’UE.
Nell’ultimo decennio la definizione dell’Intelligenza Artificiale è stata sempre un terreno molto scivoloso per i vertici dell’Unione e la suddetta legislazione ne definisce il campo di applicazione, che si traduce in un approccio a più livelli. Lo scopo del provvedimento è quello di garantire uno sviluppo maggiormente etico dell’intelligenza artificiale in Europa, mantenendo un complesso di nuove regole di trasparenza e gestione del rischio che deriva da questa nuova tecnologia. Gli eurodeputati dunque intendono garantire che i sistemi AI siano supervisionati dagli esseri umani, siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente circostante. Si prospetta altresì una definizione uniforme per l’intelligenza artificiale, intesa come un sistema neutrale dal punto di vista tecnologico.
Il complesso di norme definite tengono conto dei potenziali rischi e, per questa ragione, definiscono degli obblighi per fornitori e utenti a seconda del livello di pericolo che le intelligenze artificiali sono in grado di generare. In seguito, è stato inoltre modificato l’elenco per includere i divieti sugli usi irregolari discriminatori dei sistemi AI come (si citano ad esempio i sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi accessibili al pubblico, i sistemi di identificazione biometrica remota “postale”, i sistemi di categorizzazione biometrici che utilizzano caratteristiche sensibili, etc).
È stato dato maggior rilievo alla classificazione delle aree ad alto rischio al fine di poter includere i danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente delle persone, inserendo inoltre i sistemi di intelligenza artificiale che potrebbero influenzare i voti nelle campagne elettorali. Si parla inoltre di maggiori tutele per i dati sensibili con controlli serrati sui provider di sistemi ad alto rischio in grado di elaborare dati sensibili, ad esempio l’orientamento sessuale o quello politico e religioso. Di fondamentale importanza appare la questione problematica sul divieto permanente circa l’uso di dettagli biometrici per riconoscere le persone in spazi accessibili al pubblico (impronte digitali, Dna, voce, andatura) e alla luce di tale dibattito si è creato uno scontro acceso con le destre dei popolari e di Identità e Democrazia, mentre i Conservatori e Riformisti Europei hanno manifestato riserve a proposito dei rischi per le libertà fondamentali.
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