L’espressione Internet of Things (IoT) si riferisce a dispositivi e oggetti interconnessi che raccolgono e trasmettono dati tramite la rete, una tecnologia proiettata nel futuro che promette di rivoluzionare la nostra quotidianità in ogni suo aspetto.
La stima degli effetti delle nuove tecnologie sulla produttività è un passaggio essenziale per valutare il “valore aggiunto economico“, giustificando le risorse dedicate a facilitare l’adozione delle innovazioni, oltre che fornire utili dati per valutare la governance di queste nuove tecnologie.
A tale scopo la Commissione europea ha recentemente avviato un’indagine sulla concorrenza antitrust nel settore IoT, con particolare riferimento a prodotti e servizi relativi ai consumatori nell’Unione europea.
Il primo riscontro evidenzia un mercato ancora in fase di sviluppo, ma in costante crescita soprattutto per quanto riguarda i prodotti dotati di assistente vocale, per i quali si prevedere una diffusione quasi di uno pro capite per i cittadini UE nel giro di pochi anni.
In un mercato in così rapida espansione l’obiettivo dell’indagine avviata dalla Commissione è quello di vigilare sul rispetto della concorrenza e valutare se e come applicare le norme relative all’antitrust dell’Unione europea.
Qualora da tali analisi emergessero questioni particolari, la Commissione si riserva di avviare un’ulteriore indagine, al fine di garantire il rispetto delle norme europee in materia di pratiche commerciali restrittive della concorrenza e abuso di posizione dominante.
Al fine di completare l’indagine, in autunno la Commissione avvierà una campagna di raccolta dati interpellando un primo gruppo di operatori attivi nel settore dell’IoT per consumatori, iniziando dai settori dei wearables devices e smart home.
Questa indagine si colloca all’interno di una più ampia strategia della Commissione UE di governance e regulation delle nuove tecnologie, di cui fanno parte anche le iniziative, già descritte dall’Osservatorio nei mesi precedenti, relative all’intelligenza artificiale e alle piattaforme digitali. Una relazione preliminare dovrebbe essere pubblicata nella primavera del 2021, con il documento definitivo atteso per l’estate del 2022.
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