In un comunicato congiunto del 28 aprile scorso, Consob e Banca d’Italia hanno richiamato l’attenzione dei risparmiatori sui rischi connessi con le operatività legate alle criptovalute, in quanto le attività connesse possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate.
Nell’attesa che venga definito un quadro regolamentare unitario in ambito europeo, i rischi associati dalle due Autorità a tali attività possono essere molteplici: la scarsa disponibilità di informazioni in merito alle modalità di determinazione dei prezzi, la volatilità delle quotazioni, la complessità delle tecnologie sottostanti, l’assenza di tutele legali contrattuali, di obblighi informativi da parte degli operatori e di specifiche forme di supervisione su tali operatori. Ci sono poi dei rischi strettamente correlati alla natura informatica delle operazioni, quali malfunzionamenti, attacchi informatici o smarrimento delle credenziali di accesso ai portafogli elettronici.
Il motivo della segnalazione risiede nella crescente diffusione di forme di offerta che, sfruttando il canale digitale, consentono l’accesso a un’ampia platea di soggetti, rendendo più difficile la garanzia dei controlli efficaci.
La Commissione europea ha recentemente avanzato una proposta di regolamentazione per disciplinare l’emissione, l’offerta al pubblico, la prestazione dei servizi e il contrasto agli abusi di mercato in relazione alle diverse tipologie di cripto-attività, mirata a definire un quadro giuridico solido per tali strumenti, a garantire l’integrità del mercato e livelli adeguati di tutela di consumatori e risparmiatori.
È inoltre opportuno ricordare che attualmente l’acquisto di criptovaluta non è soggetto alle norme in materia di trasparenza dei prodotti bancari e dei servizi di investimento e continua a essere sprovvisto di specifiche forme di tutela: questo significa che attività non sono soggette a nessuna forma di supervisione o di controllo da parte delle Autorità di vigilanza.
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