Il 24 aprile, il viceministro dell’economia Maurizio Leo ha firmato un decreto ministeriale che identifica dettagliatamente tali atti esclusi dal principio generale del contraddittorio, come stabilito dal decreto legislativo sulla riforma dello Statuto del Contribuente, uno dei decreti attuativi della riforma fiscale. Questo decreto ha anticipato l’entrata in vigore del principio del contraddittorio: pur preservando altre forme di contraddittorio, di consultazione preventiva del contribuente nei procedimenti amministrativi, il decreto ministeriale sembra mirare principalmente a mitigare l’impatto di tali disposizioni. Esso mantiene le altre forme di coinvolgimento del contribuente nel processo amministrativo, come l’interlocuzione preventiva e la partecipazione previste dalla legge tributaria. Tuttavia, rispetto a quest’ultimo aspetto, sembra più un gesto di cortesia per attenuare l’impatto della nuova regolamentazione.
Sebbene questa disposizione non sia del tutto nuova, essendo già stata introdotta da modifiche legislative precedenti, solleva interrogativi sulla sua costituzionalità e sull’aderenza ai principi del GDPR. L’uso di processi automatizzati per comminare sanzioni fiscali solleva dubbi sulla conformità ai diritti e alle libertà fondamentali dei cittadini, soprattutto considerando l’importanza del contraddittorio nel garantire una giusta difesa. La questione sembra basarsi su una interpretazione delle disposizioni del GDPR che consentirebbe esclusioni dal contraddittorio in determinati casi stabiliti per legge. Tuttavia, tale interpretazione potrebbe essere contestata, soprattutto alla luce del diritto degli interessati di ottenere spiegazioni e contestare decisioni automatizzate che li riguardano.
Anche il Consiglio di Stato ha evidenziato la necessità che le decisioni automatizzate nella pubblica amministrazione siano trasparenti, non esclusive del contributo umano e non discriminatorie, come previsto dal GDPR.
L’assenza di menzione esplicita del GDPR nelle disposizioni fiscali solleva preoccupazioni sul rispetto dei diritti dei contribuenti e sulla legittimità delle decisioni automatizzate. La revisione dell’Statuto del contribuente mira a valorizzare il principio del legittimo affidamento e della certezza del diritto. Questo obiettivo risponde alla necessità di adeguare il diritto tributario nazionale agli standard dell’Unione europea e di tener conto della giurisprudenza della Corte di giustizia europea. La relazione al decreto legislativo sottolinea il principio del contraddittorio come fondamentale, garantendo la protezione dei diritti dei contribuenti e rispettando gli standard internazionali. Tuttavia, l’implementazione del contraddittorio viene messa in discussione quando si tratta di atti automatizzati, come quelli derivanti dall’incrocio di dati dell’amministrazione fiscale, che sono esclusi da questo diritto. Questo solleva interrogativi sull’equilibrio tra il controllo fiscale dello Stato e i diritti dei contribuenti, specialmente considerando il crescente uso di intelligenza artificiale nel settore fiscale.
Inoltre, l’uso di algoritmi nell’ambito fiscale può comportare rischi di errori e discriminazioni, specialmente se non sono garantite adeguate misure di protezione dei dati e trasparenza nei confronti dei cittadini. È quindi fondamentale procedere con cautela nell’adozione di tali strumenti per evitare conseguenze negative e garantire una giustizia equa. In sintesi, il decreto ministeriale solleva dubbi significativi sulla sua conformità costituzionale e sul rispetto dei principi del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati: da un lato, la Costituzione italiana sancisce il diritto alla difesa e al contraddittorio come principi fondamentali del sistema giuridico. Il principio del contraddittorio implica il diritto del cittadino di essere informato e di partecipare attivamente al processo decisionale che lo riguarda, soprattutto in materia di tassazione, dove possono essere in gioco interessi finanziari e diritti sostanziali. Si evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra l’utilizzo delle tecnologie per migliorare l’efficienza amministrativa e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. È essenziale che qualsiasi sistema decisionale automatizzato sia progettato e implementato in modo da garantire piena trasparenza, possibilità di contestazione e rispetto dei diritti costituzionali e normativi dei cittadini.
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