Il 1° giugno 2020, l’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) ha iniziato a svolgere le sue attività. Il progetto, finanziato dall’Unione europea, riunisce sistemi di verifica, esperti di alfabetizzazione mediatica e ricercatori accademici al fine di comprendere e analizzare le informazioni che circolano sul web, in collaborazione con organizzazioni mediatiche e piattaforme online.
Nel gennaio 2018, la Commissione europea ha istituito un gruppo di esperti di alto livello (“HLEG”) per fornire consulenza sulle iniziative politiche volte a contrastare le notizie false e la disinformazione diffuse online, e la relazione finale del aveva già in quella sede evidenziato problemi connessi alla disinformazione online, piuttosto che alle notizie false.
Sul momento, gli esperti vollero evitare l’utilizzo del termine “fake news”, ritenendolo inadeguato a rendere la complessità del problema della disinformazione, relativa altresì alla commistione di fatti reali e informazioni inventate, ma a partire da quella relazione la Commissione europea ha sviluppato diverse iniziative per affrontare il fenomeno.
EDMO colmerà il vuoto esistente nel quadro mediatico, promuovendo le conoscenze scientifiche sulla disinformazione online, promuovendo lo sviluppo di servizi di verifica dei fatti dell’UE e sostenendo i programmi di alfabetizzazione mediatica, supportando le autorità nazionali di regolamentazione e vigilando sulla condivisione affidabile dei dati.
Il vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Věra Jourová, ha dichiarato che “la disinformazione sta diventando sempre più una minaccia per le società democratiche e dobbiamo combatterla difendendo i valori e i diritti fondamentali europei, compresa la libertà di espressione e di informazione. L’osservatorio europeo indipendente dei media digitali è un elemento importante del nostro approccio: promuove il controllo dei fatti e migliora la nostra capacità di comprendere meglio la diffusione della disinformazione online”.
Il professor Renaud Dehousse, presidente dell’Istituto universitario europeo, coordinatore del progetto si è pronunciato in merito asserendo che “EDMO unisce persone con diversi background e competenze, ma un obiettivo comune per affrontare la disinformazione online. Unire le ricerche pertinenti consentirà di comprendere le tecniche e i metodi utilizzati nella disinformazione online, grazie a piattaforme online come Facebook e Twitter al fine di creare un accesso sicuro per i ricercatori a set di dati pertinenti per la ricerca, fornendo materiali ai professionisti dell’alfabetizzazione mediatica, agli insegnanti e ai cittadini per aumentare la consapevolezza della società sulla disinformazione online, la cui importanza è dimostrata ancora una volta dalla circolazione di notizie non vere, intorno alla recente pandemia da COVID-19”.
EDMO ha sede presso l’Istituto universitario europeo di Firenze (Italia), che farà affidamento sull’esperienza della sua Scuola di governance transnazionale e Centro per il pluralismo dei media e la libertà dei media, e sarà sostenuto da partner del consorzio come centro di ricerca danese Datalab dell’Università di Aarhus, specializzato nella ricerca sociale digitale, il Greek Athens Technology Center, che fornisce il supporto tecnologico e sta coordinando l’Osservatorio sociale per la disinformazione e l’analisi dei social media (SOMA) la Pagella Politica italiana, una delle principali organizzazioni di controllo dei fatti del paese.
EDMO è gestito da un comitato esecutivo e consultivo composto da esperti di organizzazioni di ricerca, media e controllo e la struttura di governance risulta indipendente dalle autorità pubbliche: la prima fase del progetto dura fino alla fine del 2022, con un finanziamento di € 2,5 milioni.
Esso contribuirà a una comprensione più approfondita degli attori, dei vettori, degli strumenti, dei metodi, delle dinamiche di divulgazione pertinenti, degli obiettivi prioritari e dell’impatto sulla società.
L’Osservatorio europeo dei media digitali mira dunque a diventare l’hub europeo per combattere la disinformazione online creando soprattutto un porto sicuro per l’accesso ai dati di verificatori di fatti e ricercatori che lavorano per smascherare, esporre, comprendere e analizzare attività, tendenze e tecniche di disinformazione online.
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