Il 4 ottobre 2021 potrà passare alla storia come “The Big Crash Day” dopo il crollo contemporaneo dei servizi offerti da Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger. I servizi, utilizzati da oltre 2,75 miliardi di utenti sono stati ripristinati dopo circa sette ore, ma ovviamente le piattaforme sono rimaste lievemente instabili per più tempo.
Le azioni di Facebook, che ha quasi 2 miliardi di utenti attivi giornalieri, hanno perso più del 5% del loro valore, equivalente a centinaia di milioni di dollari, nel solo pomeriggio di lunedì. Questo è stato il prezzo pagato per quello che la stampa e gli addetti ai lavori hanno identificato in un errore interno: sarebbero stati erroneamente cancellati cancellati i percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai server di Facebook. La ricerca contemporanea di accesso da parte di milioni di smartphone ed altri dispositivi ha, inoltre, generato ulteriore traffico che ha rallentato i tentativi di accesso – con gli stessi dipendenti della società hanno sono stati impossibilitati ad utilizzare i loro devices – tanto che l’azienda ha dovuto inviare una squadra in uno dei data center per resettare manualmente il server e avviare il ripristino dei servizi.
Il crollo mondiale di Facebook Inc. ha messo in luce il rischio che sussiste nel far affidamento sul social networking e sui prodotti ad esso connessi, senza contare che arriva per il colosso americano in un momento particolarmente delicato. Attualmente, infatti, Facebook è al centro di numerose indagini antitrust e sulla privacy in tutta Europa e recentemente ha anche ricevuto una multa di 225 milioni di euro (261 milioni di dollari), dalla Commissione per la protezione dei dati (Dpc)e per aver violato il regolamento europeo sulla protezione dei dati, conseguente ad uno scambio “nascosto” di informazioni tra Facebook e WhatsApp. Malgrado la presenza di Twitter, Telegram, Signal, TikTok, Snapchat e altre App, la piattaforma di Zuckerberg negli ultimi 17 anni si è effettivamente evoluta da semplice social App in un’infrastruttura colossale. Oltretutto, l’interruzione è avvenuta lo stesso giorno in cui Facebook ha chiesto a un giudice federale americano di respingere una denuncia antitrust avanzata dalla Federal Trade Commission.
Ma quanto accaduto avrà impatti anche sugli altri colossi tecnologici, considerando che in UE Commissione e Parlamento saranno prossimamente chiamati a votare nuove normative che limiterebbero la capacità delle piattaforme social di espandersi in nuovi settori di mercato. L’interruzione dei servizi ha mostrato alcune possibili conseguenze della dipendenza da un’azienda per i principali canali di comunicazione, senza considerare le voci che si sono levate contro la possibilità concessa dall’antitrust USA di aver consentito a Facebook l’acquisto di Instagram e WhatsApp.
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