La maggioranza dei parlamentari europei ha respinto la versione definitiva del Digital Services Act (DSA) che è stata “messa a punto” dopo l’accordo informale raggiunto ad Aprile, poiché a loro avviso alcune parti cruciali del testo finale non facevano parte dell’accordo. I rappresentanti del Partito popolare europeo, Renew Europe, i gruppi Verdi/ALE e Sinistra si sono tutti opposti al testo inviato venerdì (10 giugno) dalla Presidenza francese del Consiglio dell’UE. Il rifiuto aggrava un conflitto interistituzionale tra i collegislatori dell’UE iniziato diverso tempo fa: dopo che il 23 aprile è stato raggiunto un accordo politico, il fascicolo è tornato al livello tecnico per appianare i dettagli. Tuttavia, diversi funzionari del Parlamento europeo coinvolti nel fascicolo hanno espresso frustrazione a EURACTIV per il fatto che il relatore Christel Schaldemose non li abbia coinvolti nella finalizzazione del testo.
Grazie all’accordo politico raggiunto nel mese di aprile tra il Parlamento Europeo e il Consiglio, in merito al Digital Services Act, si sta conducendo un nuovo iter che dovrebbe portare alla sua approvazione finale: il testo definitivo è stato messo a punto ed è stato inviato dalla Presidenza francese del Consiglio dell’UE il 10 giugno ai parlamentari europei. Il testo era già stato inviato agli europarlamentari nel mese di maggio, e alcuni ne avevano richiesto determinate modifiche. A giugno, il testo è stato rigettato in particolare dal Partito popolare europeo (PPE), da Renew Europe, dai Verdi e dalla Sinistra, definendolo non conforme agli accordi precedenti.
Ad oggi si apre uno scenario che conta tre principali ipotesi:
– la Presidenza francese può procedere con la modifica dei due considerando, o eventualmente richiedere al Comitato dei Rappresentanti Permanenti adottare il testo che include i due considerando, contrastando con il Parlamento.
– verrebbe a crearsi una frattura importante tra i due organi, poiché il Parlamento europeo potrebbe decidere di adottare un suo testo, eliminando i due considerando del Consiglio.
– la Presidenza francese potrebbe non fare nulla, trasferendo la questione alla presidenza ceca, presto in carica il 1° di Luglio, avendo poi piena libertà nel una delle parti.
Risulta ormai estremamente urgente la presenza di un Digital Service Act, che è, insieme al Digital Market Act, una fattore fondamentale della strategia digitale europea volto a creare nuove regole per l’economia digitale, definendo uno spazio economico europeo in grado di rafforzare la tutela dei diritti e delle libertà delle persone nel cyberspazio, ponendosi in contrasto con l’utilizzo non appropriato di contenuti e definendo quei meccanismi di controllo necessari per affrontare il mondo digitale.
Appare ancora possibile modificare il testo e approvarlo durante la Presidenza francese, potendo adottare la normativa secondo l’iter atteso entro la fine del 2022: gli europarlamentari di fatto si sono concentrati sulle richieste di modifica dei considerando, le, che sono parte integrante solo di un preambolo di un regolamento, senza che contengano enunciati normativi.
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