L’Unione Europea, con l’adozione dell’AI Act, ha intrapreso un percorso pionieristico verso la regolamentazione globale dell’intelligenza artificiale. Tale atto legislativo ha come obiettivo principale quello di garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, trasparenti, tracciabili e non discriminatori. Tuttavia, sebbene queste siano condizioni fondamentali per una tecnologia che promette di cambiare il mondo, la nuova normativa ha imposto significativi oneri operativi ai Chief Privacy Officers (CPO) di molte aziende.
Negli ultimi dieci anni, i CPO hanno dovuto adattarsi a un’evoluzione continua delle loro mansioni, dettata dall’emergere di nuove normative sui dati. Con l’introduzione dell’AI Act, il loro ruolo è ulteriormente emerso come cruciale nella governance dell’intelligenza artificiale, richiedendo un insieme completamente nuovo di competenze tecniche, risorse e poteri decisionali.
Oggi non si tratta più solo di proteggere i dati; i CPO devono gestire i sistemi di intelligenza artificiale aziendali in termini di trasparenza, equità, conformità al copyright e sicurezza dei dati. Devono anche formarsi su algoritmi di AI, modelli di machine learning e sistemi di decisione automatizzati, tenendo conto dei rischi e delle sfide etiche che l’AI introduce. Questa trasformazione impone un ripensamento radicale del ruolo del CPO all’interno delle organizzazioni.
L’impatto dell’AI Act è già piuttosto visibile, e, specialmente nel settore dei servizi finanziari, i CPO garantiscono che i modelli di scoring del credito basati su AI siano equi e trasparenti. Nel campo sanitario, è fondamentale monitorare i sistemi di AI che gestiscono dati sensibili dei pazienti. Anche nel commercio elettronico, non classificato come “ad alto rischio” dall’AI Act, i CPO devono valutare gli algoritmi di raccomandazione per verificarne l’equità e la trasparenza.
Tuttavia, questa sfida è sia tecnica che etica. I CPO devono acquisire una profonda comprensione dei quadri normativi, come le Linee Guida Etiche per un’AI Affidabile della Commissione Europea. È fondamentale tradurre concetti complessi di AI, come l’apprendimento federato e la privacy differenziale, in politiche attuabili per gli altri dirigenti.
Al fine di poter affrontare questa nuova realtà, le aziende devono intraprendere una serie di nuove iniziative. È essenziale investire nella formazione che fornisca ai CPO le competenze necessarie per gestire le implicazioni tecniche, etiche e legali dell’AI. Inoltre, un maggiore investimento nei settori industriali potrà supportare università e organizzazioni professionali nella creazione di curricula ad hoc: molti CPO si trovano a gestire team già sovraccarichi di sfide legate alla conformità dei dati. Un sondaggio del 2023 ha rivelato che quasi il 70% dei team di privacy ha dichiarato di avere budget insufficienti. Solo il 17% delle organizzazioni ha segnalato di avere un membro del team dedicato alla governance dell’AI.
L’assunzione di esperti in etica dell’AI, scienziati dei dati con esperienza nella privacy e specialisti legali in regolamentazione dell’AI rappresenta un vantaggio competitivo e la governance dell’AI deve diventare un elemento centrale della strategia e delle operazioni aziendali. È fondamentale che i CPO abbiano voce in capitolo nelle decisioni cruciali riguardanti l’adozione e l’implementazione dell’AI fin dalle prime fasi. Ignorare l’importanza del ruolo dei CPO in questo nuovo contesto di governance dell’AI comporterà conseguenze severe: le organizzazioni rischiano multe significative ai sensi dell’AI Act, fino a 40 milioni di euro o al 7% del fatturato annuale globale, oltre a danni reputazionali e perdita di fiducia da parte dei consumatori.
L’AI Act ha innalzato gli standard per la governance dell’intelligenza artificiale, segnando una pietra miliare legislativa verso un ecosistema di intelligenze artificiali più responsabile, trasparente e affidabile. I CPO sono in prima linea in questa trasformazione e unicamente le aziende che investiranno in una governance robusta dell’AI riusciranno a prosperare nel futuro digitale.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.