Il Consiglio europeo, si è recentemente espresso in merito alla guerra in Ucraina, condannando la Russia per l’aggressione militare e predisponendo misure politiche pensate per affrontare l’attuale crisi in maniera congiunta. Ventisette vertici europei si sono riuniti a Versailles, dove hanno deciso di agire come un unicum, sperando che questo possa costituire davvero il primo passo, verso una “grand strategy” europea.
L’attuale nuova politica di sicurezza annovera tra i suoi elementi cardine, senza dubbio, la cyber security, evidenziando l’importanza di investimenti nelle nuove tecnologie, circoscrivendo in particolar modo il concetto di “cyber-resilienza”. Non si tratta della prima occasione in cui l’Unione Europea riconosce l’importanza della sicurezza informatica quale elemento di stabilità interna: lo spazio virtuale viene ormai stato equiparato allo spazio reale, con rilevanti implicazioni circa il modo con cui è opportuno affrontare la sicurezza informatica.
In risposta alle nuove crisi di sicurezza internazionale, l’Unione europea ha definito la Bussola strategica approvata dal Consiglio dell’Ue. La guerra in Ucraina alza il livello di attenzione sugli investimenti per la difesa e li potenzia con le nuove tecnologie, dall‘intelligenza artificiale alle comunicazioni via satellite: in tale contesto, la Commissione europea ha proposto nuove norme per stabilire misure comuni in materia di cybersicurezza e sicurezza delle informazioni all’interno di istituzioni e organi dell’Unione stessa.
La Bussola strategica dell’Ue (Strategic Compass) consiste dunque nel piano d’azione volto all’incremento della politica di difesa e sicurezza europea, che avrà luogo da ora fino al 2030, il cui obiettivo consiste nel rendere l’Unione in grado di fornire sicurezza a livello internazionale per il mantenimento della pace.
La bussola strategica include pertanto una definizione complessiva dello scenario strategico presente all’interno dei territori dell’Unione, formulando proposte concrete e attuabili, volte soprattutto a migliorare la capacità europea di agire con decisione in situazioni di crisi e di difendere sia la pace che i cittadini. La bussola riguarda, di fatto, ogni area della politica di sicurezza e di difesa, strutturandosi attorno a quattro pilastri: azione, sicurezza, investimenti e partner.
Il Consiglio si è espresso spiegando che “L’Europa può, e chiaramente dovrebbe, essere in grado e disposta a fare di più da sola. Questo è ciò che stiamo facendo. Abbiamo iniziato a sviluppare iniziative di difesa europea. Il nostro lavoro attuale si concentra sul sostegno agli Stati membri nello sviluppo delle capacità, sul rafforzamento della nostra industria e sull’intensificazione del lavoro con i nostri partner” e sostenendo inoltre che “l’obiettivo della bussola è quello rendere l’Ue un garante della sicurezza più forte e capace». Joseph Borrell, Alto rappresentante per gli affari esteri Ue, ha aggiunto che non c’è l’intenzione di “creare un esercito europeo. Gli eserciti europei rimarranno, ogni Stato membro avrà il proprio esercito. Ma dobbiamo lavorare insieme più strettamente. Dobbiamo coordinare meglio le nostre spese”.
Nello specifico, infine, la “bussola” prevede una struttura di dispiegamento rapido fino a 5 mila militari per le varie tipologie di crisi: l’Unione avrà la possibilità di schierare 200 esperti di missioni di Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc), equipaggiati, entro 30 giorni, anche in situazioni complesse. In conclusione, dal punto di vista della sicurezza l’Ue incrementerà le sue capacità di analisi dell’intelligence, e potrà definire un pacchetto di strumenti e gruppi di risposta contro le varie minacce, istituendo altresì una politica europea in materia di cyberdifesa in risposta ad eventuali attacchi informatici.
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