Mentre in Europa l’ultimo vertice del G7 ha portato ufficialmente sul tavolo la questione della tassazione alle Big Tech americane e asiatiche, i cui esiti saranno senza dubbio decisivi per delineare le strategie di mercato dei colossi come Apple, Facebook o Samsung, su questo tema si muove anche la Russia. Sulla base di una legge approvata dal parlamento russo, infatti, le big tech potrebbero essere costrette ad aprire uffici locali o predisporre un’entità giuridica in Russia a partire da gennaio 2022.
La legge è passata alla Camera bassa ma deve ancora essere approvata dalla Camera alta e firmata dal Presidente Vladimir Putin prima di diventare effettivamente operativa, ma le agenzie di stampa internazionale (Reuters su tutti) affermano che la legge potrebbe essere approvata senza particolari modifiche, come ampiamente previsto e sarà firmata da Putin senza riserve.
Alla base di tale proposta vi sarebbe la necessità di creare filiali locali, per ricondurre siti e servizi web stranieri nell’alveo della giurisdizione della Russia. I siti web che non si atterranno alle disposizioni potrebbero essere classificati come non conformi nei motori di ricerca, e dunque esclusi dai risultati delle ricerche e impossibilitati a operare attività pubblicitaria in Russia e agli utenti russi.
Ricordiamo che nel 2018 l’Autorità per le Telecomunicazioni, aveva bloccato Telegram, blocco poi sfumato grazie ad Apple, che aveva invece consentito di aggiornare l’app di messaggistica tramite l’App Store, ritenuto invece conforme alle disposizioni di legge di Mosca. La stessa Apple, nel corso del 2021, è stata invece obbligata ad inserire nelle impostazioni di setup dei suoi dispositivi una serie di app consigliate dal governo, pena l’impossibilità vendere gli Iphone e gli altri dispositivi della mela morsicata.
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