In un mondo governato dalle AI, bisogna comprendere quali problematiche sussistono oggi in merito alla proprietà intellettuale e quali questioni emergono circa la tutela dei prompt (intesi come sistemi operativi a interfaccia testuale, pronti a ricevere comandi) forniti dagli utenti a sistemi di intelligenza artificiale (AI) generativa.
L’intelligenza artificiale (AI) influisce sull’attuale sistema dei diritti di proprietà intellettuale (IP). Gli strumenti di intelligenza artificiale non vengono utilizzati solo per facilitare la ricerca, l’esame, l’amministrazione e l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale; ancora più importante, gli strumenti di intelligenza artificiale e le opere da essi generate possono essere protetti da copyright o brevetti. Tale protezione può incentivarne l’ulteriore sviluppo, ma anche limitarne la fruizione e la diffusione.
Mentre alcuni elementi dei sistemi Al possono essere protetti e tutelati da brevetti, i diritti d’autore ed i sistemi di apprendimento automatico, ad esempio, non rientrano perfettamente nelle categorie IP convenzionali. Questo è parzialmente dovuto al fatto che l’investimento e il valore reali nello sviluppo di una soluzione di AI vanno nel processo di formazione. Un sistema “preparato” non è visto diversamente da un sistema “non preparato” dalla legge sulla proprietà intellettuale, eppure uno è significativamente più prezioso dell’altro. Gli stessi set di dati possono avere un valore immenso, eppure non è chiaro fino a che punto possano essere protetti dall’IP (a parte la protezione dei singoli elementi). In sintesi, è probabile che la protezione più efficace provenga da una combinazione di proprietà intellettuale e una rete di disposizioni contrattuali.
Vi sono numerose normative lacunose relative al diritto d’autore, che tendenzialmente attribuiscono protezione solo alla creazione umana, escludendo tutto ciò che è creato per pura automazione: è stato riportato che l’US Copyright Office ha recentemente prima concesso e poi adottato misure per revocare la registrazione del copyright per un fumetto che utilizzava arte generata dall’intelligenza artificiale, affermando che solo gli esseri umani potevano essere considerati autori.
A volte, può sorgere la domanda se il prompt che porta a un determinato output generato dall’intelligenza artificiale possa essere soggetto a copyright. Almeno nell’UE, la soglia per la protezione del testo può essere bassa, ma, con gli attuali sistemi di intelligenza artificiale, la stessa sollecitazione non porta sempre allo stesso risultato, quindi il valore pratico di questo approccio è probabilmente limitato.
Dunque, si tratta complessivamente di un tema per il momento poco conosciuto per giuristi e interpreti, che tendenzialmente è attinente alla natura e alla tutela delle istruzione fornite ai sistemi di intelligenza artificiale per generare un risultato specifico, ossia i cd. Prompt, per cui bisogna inevitabilmente fare riferimento al modello Stable Diffusion, un popolare generatore di arte AI, richiede messaggi di testo per creare un’immagine. Includere i prompt all’interno di un sistema di tutela d’autore comporta un certo grado di attenzione sia allivello di creatività dell’opera, che deve superare una soglia minima, che alla estensione della tutela, che non potrà mai consentire all’autore di avere il monopolio sulle soluzioni tecniche, le quali dovranno rimanere nella piena disponibilità di tutti. La tutela deve quindi limitarsi ad agire nei confronti della “forma esteriore dell’opera” e non essere relativa alle idee e le soluzioni tecniche che ne determinano il funzionamento.
Bisogna infine porre una riflessione sulla correlazione tra l’opera e la produzione ottenuta tramite il sistema di intelligenza artificiale, che si pone come una “elaborazione e di opera derivata”: potrebbe risultare importante in un futuro prossimo., disciplinare le relative transazioni (tramite cessione o licenza) tenendo conto che l’impiego di un’opera dell’ingegno come prompt per un sistema di intelligenza artificiale. Tali spunti di riflessione aprono le porte a scenari inesplorati, vista l’assenza di un affidabile supporto normativo e giurisprudenziale, pertanto bisogna far riferimento a sporadiche pattuizioni contrattuali, tentando di chiarire quanto prima diritti ed obblighi di tutti i soggetti coinvolti nella produzione di opere tramite i sistemi di intelligenza artificiale.
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