Google, attraverso il suo blog ufficiale, ha annunciato la nascita di Open Usage Commons, una nuova organizzazione con lo scopo di aiutare i progetti open source nella gestione dei loro marchi.
Le licenze open source consentono l’uso e lo sviluppo gratuiti, equi e neutri di materiali protetti da copyright, e la gestione di un progetto open source richiede un lungo elenco di competenze. Oltre agli ovvi aspetti puramente tecnici, come la manutenzione dell’infrastruttura di backend, sono anche richieste conoscenze in ambito economico, gestionale e legale.
Open Usage Commons intende aiutare i progetti open source proprio nella gestione degli aspetti legali, con particolare riferimento al delicato tema del marchio e della sua tutela.
La mission di Open Usage Commons è la creazione di un modello in cui tutti gli attori della catena dell’open source abbiano la massima tranquillità riguardo all’utilizzo e alla gestione dei marchi. I progetti open source riceveranno supporto specifico per la protezione e gestione dei trademarks, oltre a linee guida per l’uso e test di conformità.
Comprendere e gestire i marchi è fondamentale per la sostenibilità a lungo termine dei progetti. I trademarks, infatti, si collocano nel punto di congiunzione tra diritto commerciale e filosofia open source.
Proprio per questa loro peculiarità è molto importante la diffusione di una maggiore cultura sul funzionamento dei marchi.
Esistono diversi tipi di proprietà intellettuale (IP) coinvolti in un progetto open source. Mentre il codice sorgente e altri contributi possono essere protetti da copyright e brevetti, il marchio parla dell’identità del progetto stesso. I marchi possono essere nomi, loghi o badge e servono per identificare un progetto per utenti e sviluppatori a valle.
Molti professionisti tecnici che operano in questo settore potrebbero invero non rendersi conto che l’autorizzazione a utilizzare il marchio del progetto è distinta dalla licenza per il suo codice sorgente. Mentre chiunque può utilizzare o distribuire il codice sorgente, infatti, questo non vale sempre per i trademarks, poiché sono indirettamente una garanzia di qualità su ciò che si sta utilizzando. Una politica trasparente e ben definita sui marchi, quindi, rimuove l’ambiguità e fornisce certezza sugli usi accettabili. Ed è qui che si inserisce il progetto del colosso di mountain View, fornendo ai suoi utilizzatori l’opportunità di utilizzare marchi coerenti con lo spirito della definizione open source, ovvero liberamente e in modo equo.
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