Il 14 settembre 2020, la Commissione ha reso pubblico lo “Studio sull’uso di tecnologie innovative nel campo della giustizia” nel contesto dell’attuazione del piano d’azione per la giustizia elettronica 2019-2023, nel quale vengono esaminate le politiche e le strategie attualmente esistenti a livello nazionale ed europeo circa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e degli strumenti tecnologici Blockchain nel campo della giustizia, al fine di individuare eventuali problemi e possibili soluzioni per il futuro.
Dallo studio emergono alcuni problemi che sono stati riscontrati da tutte le Autorità nazionali coinvolte, primo tra tutti quello dell’elaborazione di grandi volumi di dati (PCD). I giuristi devono infatti continuamente effettuare analisi di informazioni rilevanti per un caso, studiare schemi o standardizzare delle informazioni, attività a cui consegue l’elaborazione di una mole di dati, che si complica ulteriormente se gestita manualmente o con strumenti digitali molto semplici. Inoltre, il gran numero di fonti di informazioni disponibili fa sorgere problemi di ricerca e analisi, perché le informazioni non sono centralizzati o correttamente connesse.
Un altro problema che si osserva nei vari ordinamenti giudiziari europei e nazionali è l’accesso alla giustizia (ATJ): le informazioni giudiziarie non sono disponibili in modo semplice e facilmente accessibile per i cittadini interessati.
L’UE, nel periodo 2019-2023, si è posta l’obiettivo di compiere decisi passi per risolvere questi ed altri problemi portando avanti un ambizioso programma in quella che viene definita “giustizia elettronica” – anche se sarebbe più corretto definirla giustizia tecnologica. Per il triennio indicato sono state individuate degli obiettivi di sviluppo concreti:
· Migliorare l’accesso alle informazioni nel settore della giustizia;
· Continuare la digitalizzazione dei procedimenti giudiziari ed extragiudiziali per offrire un accesso più facile e veloce ai tribunali;
· Garantire l’attuazione e la gestione dei sistemi nazionali di giustizia elettronica per facilitare l’interconnessione e l’interoperabilità tra i sistemi degli Stati membri.
Lo studio, infine, esplora le politiche e le strategie esistenti a livello europeo e nazionale, nonché lo stato di avanzamento dell’uso di tecnologie innovative nella giustizia, identificando 130 progetti che utilizzano tecnologie innovative, 93 progetti delle autorità degli Stati membri e della magistratura, 8 di organizzazioni professionali legali e 29 di aziende TIC.
Lo studio si conclude esortando tutti i soggetti coinvolti ad intraprendere ed intensificare azioni di coordinamento in ambito legaltech, garantendo collaborazione istituzionale e condivisione di esperienze, rafforzamento dei partenariati e gestisce meccanismi di supporto per le organizzazioni professionali legali.
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