La tutela della privacy è un elemento sempre più importante per la nostra società ormai iperconnessa, soprattutto quando riguarda i più piccoli.
Ormai tutte le applicazioni devono informare i genitori dei dati che raccolgono, di come vengono utilizzati e di dove essi siano conservati: non si tratta più di una prerogativa europea, per fortuna ormai anche negli USA e a livello globale la tutela della privacy si sta accentuando.
Prova ne è il dato che emerge dai dati sulle App eliminate dai principali store on line di applicazioni per dispositivi mobili condotto dalla società americana Pixalate.
Ebbene, analizzando gli oltre 5 milioni di App e sviluppatori di App rimossi dal Google Play Store e dall’App Store di Apple dal 1° gennaio al 30 giugno 2021, è emerso che più di 813.000 App con oltre 9 miliardi di download, di cui oltre l’86% destinati a bambini di età pari o inferiore a 12 anni, sono state rimosse dagli store on line sopra indicati. Inoltre, la privacy e la sicurezza dei consumatori potrebbe essere ancora a rischio, perché le App, anche se rimosse dalla visualizzazione del dispositivo, possono rimanere installate sui devices anche dopo essere state rimosse dallo store.
Preoccupante è anche il dato generale: il 59% delle App rimosse da Apple e il 25% delle App rimosse da Google non mettevano a disposizione degli utenti alcuna informativa sulla privacy.
Il soggetto che ha avviato il delisting non è un’informazione pubblicamente disponibile, non è quindi semplice stabilire se la rimozione è stata avviata dallo store o dallo sviluppatore; tuttavia, sembra che Apple sia più attiva nel controllare i requisiti delle applicazioni presenti nel suo store.
Si tratta di un dato che far riflettere: è compito degli adulti tutelare i più piccoli e i loro diritti, occorre quindi fare particolare attenzione alla condivisione dei loro dati sulle app installate nei nostri devices.
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