Il trattamento automatizzato dei dati personali mediante algoritmi di intelligenza artificiale è regolamentato dal GDPR, in particolare dall’articolo 22, che mira a garantire un utilizzo trasparente e consapevole di tali strumenti per tutelare i diritti e le libertà degli interessati. Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono considerati strumenti utili per affrontare compiti complessi, ma il loro impiego nei trattamenti di dati personali richiede una valutazione d’impatto preliminare, come stabilito dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali. Tale valutazione è obbligatoria secondo quanto definito nell’Allegato 1 del Provvedimento 467 dell’11 ottobre 2018, che elenca varie tipologie di trattamenti soggetti a tale valutazione, tra cui quelli che coinvolgono tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale.
Il Data Protection Impact Assessment (DPIA), conforme all’articolo 35 del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea (UE) 2016/679, è un importante strumento legale e metodologico. Questo processo strutturato è progettato per valutare e gestire i rischi per la privacy dei dati personali all’interno di un’organizzazione. È essenziale individuare i rischi e trovare modi per mitigarli il prima possibile durante il processo. L’obbligatorietà stabilita dal Garante per la valutazione d’impatto risulta chiara considerando la natura complessa del trattamento dei dati tramite intelligenza artificiale. Questo tipo di trattamento, oltre a essere automatizzato, comporta una complessità notevole. Le organizzazioni che considerano l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale lo fanno per affrontare compiti impegnativi e sofisticati, come ad esempio il supporto ai processi di selezione del personale o l’integrazione in sistemi di supporto decisionale. La DPIA è cruciale per identificare e gestire i rischi derivanti dalla complessità del trattamento dei dati e dall’ampia quantità di informazioni coinvolte, al fine di evitare discriminazioni algoritmiche e altri potenziali problemi.
La DPIA fornisce una struttura per la progettazione di soluzioni basate sulla privacy e sulla sicurezza, ma è ancora spesso assente o insufficientemente redatta nelle organizzazioni che si avvicinano al mondo dell’IA. All’interno della DPIA, è necessario descrivere dettagliatamente il trattamento, identificare i rischi e proporre contromisure tecniche e organizzative. Inoltre, è importante dimostrare la consapevolezza e la responsabilità dell’organizzazione che implementa l’algoritmo. Appare importante sottolineare che il GDPR ha dimostrato di essere efficace nel fronteggiare sfide tecnologiche sempre più complesse dal 2016, grazie alla corretta analisi dei trattamenti e al rispetto dei principi fondamentali come trasparenza, accountability, minimizzazione e proporzionalità.
Certamente, il responsabile del trattamento, che è anche responsabile della valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA), avrà bisogno del supporto del fornitore del servizio e della supervisione attenta del Data Protection Officer durante la stesura della DPIA. Tuttavia, se la collaborazione tra le parti è efficace sin dall’inizio, il risultato finale sarà ottimale. In sintesi, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati rappresenta un punto di riferimento fondamentale per garantire la salvaguardia dei diritti e delle libertà individuali nel trattamento dei dati personali.
All’interno di questa normativa, il Data Protection Impact Assessment emerge come uno strumento essenziale.
Attraverso questa valutazione di impatto, le organizzazioni non solo rispettano i requisiti legali, ma adottano un approccio proattivo alla gestione dei rischi per la privacy. Integrando la DPIA nella pratica quotidiana del trattamento dei dati, si crea un forte deterrente contro le potenziali violazioni, promuovendo una cultura di responsabilità e trasparenza. Il modello DPIA, bilanciando l’innovazione tecnologica con la protezione dei diritti fondamentali, si configura come un fondamento essenziale per una gestione dei dati etica e conforme alle normative sulla privacy. È importante sottolineare l‘importanza di riesaminare regolarmente la DPIA, ripetendo la valutazione ad intervalli fissi e ogni qualvolta il responsabile del trattamento implementi procedure che comportano rischi per i diritti e le libertà degli interessati.
In un contesto di adozione adeguata, l’organizzazione sarà consapevole del set di dati necessario per il trattamento e delle modalità con cui l’algoritmo opererà, pur non conoscendo necessariamente i dettagli che potrebbero essere protetti dal segreto industriale. Sarà in grado di comprendere la natura del calcolo effettuato dall’algoritmo e di implementare eventuali procedure di mitigazione del rischio come previsto dal Regolamento europeo. In conclusione, se il GDPR viene applicato correttamente, dando attuazione ai principi fondamentali delineati nell’articolo 5, nonché negli articoli 22, 24, 25, 32 e 35, può già rappresentare uno strumento efficace per avviare sistemi di intelligenza artificiale che garantiscano i diritti degli interessati coinvolti, nonostante l’entrata in vigore del testo specifico sull’intelligenza artificiale costituito dall’AI Act.
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