Il settore dell’istruzione superiore si è rapidamente adattato per affrontare la nuova normalità causata dalla crisi del coronavirus, ed è forse uno dei pochi ambiti nei quali l’impatto della pandemia ha solamente reso evidente la transizione digitale e tecnologica già in atto..
All’inizio di marzo, l’università ha sostanzialmente ridisegnato le sue operazioni per garantire la continuità di tutte le sue attività e tutte le lezioni di ogni corso sono state offerte a distanza, mentre l‘accesso ai laboratori è stato limitato, per cui sono state mosse tutte le risorse operative per consentire una gestione rapida e agevole dei programmi e dei piani di studi.
Settembre è stato un mese molto atteso da studenti e docenti, e, sebbene ogni ateneo stabilisca le regole secondo le proprie esigenze, queste vanno certamente seguite alla luce delle linee guida adottate dal Comitato Tecnico-Scientifico, in atto, al fine di evitare la sussistenza di focolai o contagi nelle università italiane durante la ripresa delle attività.
Certamente, in primo luogo, la regola del distanziamento minimo permarrà nelle le aule e nei luoghi chiusi, i quali saranno sanificati quotidianamente e nei quali dovrà in ogni caso essere garantito il ricambio dell’aria.
Circa gli spazi comuni, saranno evitati assembramenti, disponendo dei percorsi dedicati, e sia in aula che negli spazi degli Atenei studenti, docenti e personale tecnico manterranno l’uso della mascherina. La misurazione della febbre non sarà sempre necessaria, ma sarà cura di dei soggetti interessati l’accesso ai locali universitari in caso di sintomi come raffreddore, tosse o febbre.
Dal momento che il COVID-19 potrebbe davvero plasmare una “nuova normalità“, l’università sta estendendo oggi alcune di queste misure almeno fino al primo semestre del corrente anno accademico, visto che situazione attuale rimane imprevedibile. In molti dipartimenti, da Nord a Sud, stanno adottando anche le misure dell’alternanza: una parte delle classi potrà seguire le lezioni sui banchi, mentre un’altra sarà connessa con l’aula, per poi invertirsi la settimana successiva.
Se, infatti, lezioni online fino ad ora hanno permesso di garantire che gli studenti potessero continuare le attività accademiche in sicurezza, dall’altro è innegabile che sia necessario accedere agli ambienti universitari, non solo per quelle facoltà che necessitano di attività di laboratorio, ma anche per favorire quello scambio di conoscenze e informazioni tra studenti delle stesse materie che è alla base del concetto stesso di università.
Non va dimenticato, infine, che l’esperienza universitaria non è legata solamente alle lezioni e agli esami, svolti in presenza o da remoto, ma si collega anche a questioni economiche, quali ad esempio il mercato degli affitti e il settore dei trasporti, ed in molte città l’università e tutto ciò che è legato ad essa costituiscono un fattore economico rilevante. Anche per questo le soluzioni adottate dalle università potranno aiutare tutta la comunità a comprendere meglio gli effetti economici, sociali e culturali di questo virus sulla nostra società e l’impatto concreto delle soluzioni adottate per convivere col virus e per contrastarne la diffusione senza pregiudicare ulteriormente la libertà dei cittadini.
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