Nel mondo digitale delle grandi piattaforme, la trasparenza nella pubblicità è diventata un tema cruciale, soprattutto alla luce del Digital Services Act (DSA) introdotto in Europa. Questo regolamento mira a garantire che le grandi piattaforme online forniscano agli utenti biblioteche di annunci pubblicitari accessibili e completi, che includano informazioni dettagliate sugli inserzionisti e sui criteri di targeting. Un report recentemente pubblicato da Mozilla ha evidenziato che molte delle cosiddette “big tech” non sono ancora riuscite a rispettare pienamente tali requisiti di trasparenza. Questo solleva interrogativi sul grado di aderenza al DSA e sull’effettiva volontà delle piattaforme di conformarsi alle normative europee. Il report ha utilizzato un rigoroso processo di stress test per valutare le biblioteche di annunci delle piattaforme, esaminando la loro conformità con le disposizioni del DSA. Attraverso questa analisi dettagliata, sono emerse sia le aree di successo sia le carenze delle piattaforme nel rispettare gli obblighi normativi.
Precedentemente la Commissione europea aveva introdotto il Digital Services Act (DSA), stabilendo una serie di regole riguardanti la trasparenza degli algoritmi, la pubblicità, la lotta contro la violenza online e la disinformazione, nonché la protezione dei minori e il divieto di profilazione. Le prime piattaforme chiamate a rispettare queste regole sono quelle che offrono servizi a una grande parte della popolazione dell’Unione europea, definite come Very Large Online Platforms (VLOP) e Very Large Online Search Engines (VLOSE). Google Search e Wikipedia sono alcuni esempi.La pubblicità è uno degli aspetti più rilevanti del DSA, che vieta annunci profilati basati su dati sensibili e mirati ai minori. Alcune piattaforme, come Snapchat, TikTok e Amazon, hanno già adottato misure per conformarsi a queste regole, come limitare il targeting degli annunci agli adolescenti e consentire agli utenti di accedere a informazioni trasparenti su chi finanzia gli annunci. Inoltre, il DSA richiede la creazione di un archivio delle inserzioni pubblicitarie. Un altro aspetto critico riguarda la trasparenza degli algoritmi. Le piattaforme devono fornire informazioni agli utenti su come gli algoritmi organizzano i contenuti e offrire opzioni per un’esperienza di navigazione più trasparente.
Il DSA impone anche una lotta rigorosa contro le fake news e i contenuti illegali. Le piattaforme devono garantire una moderazione efficace e trasparente dei contenuti, offrendo agli utenti la possibilità di segnalare problemi e di comprendere le ragioni delle decisioni di moderazione. Alcune piattaforme, come Snapchat, stanno implementando nuovi strumenti per informare gli utenti sulle decisioni di moderazione e facilitare i ricorsi. Inoltre, il DSA richiede la cooperazione delle piattaforme con gli organismi di ricerca e il monitoraggio regolare della conformità alle normative. Tuttavia, alcune piattaforme, come LinkedIn e Pinterest, non hanno ancora fornito dettagli specifici sulle loro misure di conformità.
Secondo il DSA, le grandi piattaforme online devono mantenere biblioteche pubbliche degli annunci, che devono essere facilmente accessibili e contenere informazioni complete sugli annunci e sugli inserzionisti. Questo è stato introdotto per contrastare la disinformazione e garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità online. Il sopracitato report, dunque, ha evidenziato che molte piattaforme non sono riuscite a soddisfare appieno tali requisiti, mettendo in luce una serie di violazioni del DSA, in particolare dell’articolo 39 che tratta proprio delle biblioteche degli annunci. le conseguenze di tali violazioni potrebbero essere serie, con multe fino al 6% del fatturato annuo globale delle piattaforme, come previsto dal DSA. Ciò solleva la questione della capacità delle autorità di applicare sanzioni efficaci e dissuasive per garantire la conformità delle piattaforme. Per affrontare queste sfide, è necessario un dialogo continuo tra regolatori e piattaforme, al fine di garantire una migliore comprensione e aderenza alle normative. Solo attraverso una collaborazione stretta sarà possibile garantire un ambiente digitale più trasparente e sicuro per gli utenti.
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