Il 23 febbraio la Commissione Europea ha pubblicato il Proposal on harmonised rules on fair access to and use of data, più semplicemente individuato come Data Act, che ha come scopo chiarire chi può generare valore dai dati personali e a quali condizioni. Tale regolamento si aggiunge al Data Governance Act, che ha il fine di delineare processi e strutture per facilitare lo scambio di dati da parte di aziende. Entrambi si applicheranno poi in modo complementare ed armonizzato al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Il Data Act stabilisce alcune novità:
– vengono stabilite misure per rafforzare il controllo sia degli individui sia delle aziende sui propri dati.
– viene dettato l’obbligo di informare o la necessità di avere un contratto con gli utenti finali per usare dati non personali generati dall’uso di un prodotto o servizio.
– vengono indicate misure per evitare l’abuso e lo squilibrio di potere quando si negoziano i contratti di condivisione dei dati.
– Vengono stabilite nuove regole per permettere ai clienti di cambiare fornitore di servizi cloud più facilmente e in modo gratuito, così come sono individuate nuove clausole che devono essere obbligatoriamente presenti in forma scritta nei relativi contratti di fornitura di servizi.
– viene regolato l’accesso del settore pubblico ai dati del settore privato in circostanze definite eccezionali, come disastri naturali o emergenze sanitarie.
Si tratta di un provvedimento in grado di incidere sul momento presente ma che troverà nel futuro una sua applicazione più matura, in quanto fortemente connesso alla data economy e all’ulteriore implementazione di tecnologie collegate ad AI e IoT.
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